Memoriale e triste attualità


Una lettura tristemente attuale ai tempi del covid-19

In questa quarantena forzata per il covid-19, un nemico invisibile contro cui siamo giunti in trincea a combattere una guerra del tutto impreparati, non credo avessi potuto scegliere una lettura migliore. Dopo aver fatto ordine nel mio archivio personale, ho ritrovato il libro che avrei dovuto leggere anni fa, con un titolo che sa tanto di manuale di storia: “Il memoriale della Repubblica”.

Probabilmente non era ancora arrivato il suo turno. Ritengo si debba avere una certa maturità ed una certa padronanza per cimentarsi in tali letture.

Analisi di una nazione

Orbene, l’inizio è stato abbastanza scorrevole. Tuttavia, in alcuni tratti mi è sembrato come se si stesse perdendo troppo tempo dietro a descrizioni dettagliate tali da sembrare un lavoro di tesi di laurea. Sarebbe sicuramente un onore al merito se così fosse, ma il titolo del libro dovrebbe essere inequivocabile e non celare un lavoro scientifico.

Continuando nella lettura ho scoperto aneddoti e vicende che da un lato mi hanno fatto rabbrividire e dall’altro non mi hanno nemmeno stupito.

L’Italia come Compromesso

L’Unità nazionale fu il frutto di un compromesso per il predominio della penisola. In particolare, l’Italia altro non è stata che un’espansione del Regno dei Savoia, sulla falsariga della Prussia di Bismark. Con notevoli differenze, ovviamente, di cui non è il luogo adatto per argomentare. Ciò nonostante, la nostra nazione rimane un gran bel paese.

A lettura finita del memoriale, rimane impresso il fatto che il ventennio fascista ha portato la nazione alla rovina, consegnando però il paese alla Democrazia Cristiana – e non a tutte le forze politiche della Liberazione – che avrebbe dovuto e potuto fare di più.

Idee, valori e principi archiviati

Sarebbe curioso capire come molti partigiani, reduci, militanti socialisti, socialdemocratici e comunisti, dopo la guerra, siano diventati democristiani rifugiandosi dietro quello scudo crociato e “i formaggini” americani. Tali atteggiamenti, forse, non hanno permesso di risollevare pienamente una nazione devastata dalla guerra. Essi facevano leva solo sul pensiero di evitare che il Partito Comunista italiano potesse stringere un’alleanza con l’Unione Sovietica. Con la conseguenza di averci consegnato dei mostri.

Una storia tristemente attuale

Da questo memoriale probabilmente non ho imparato nozioni totalmente nuove. Sicuramente alcune le avevo intuite studiando ma ne ho trovato la conferma in questo libro. Invece, questo manuale mi ha lasciato molte domande.

Dopo la liberazione, l’Italia è stata governata per mezzo secolo da politici che non hanno rappresentato realmente i valori ed i principi morali inseriti nel testo costituzionale. Uomini politici che hanno costruito un loro impero personale e si sono arricchiti a danno del popolo. Un popolo però, che probabilmente è stato anche complice. Ottenendo le “briciole” di quello che mangiavano i potenti, si faceva scivolare addosso anche il marcio della politica.

Per mezzo secolo la Democrazia Cristiana ha dominato lo scenario politico al solo fine di evitare il sopravvento dei comunisti e diventare un satellite sovietico. E ci è riuscita, sabotando anche quello che avrebbe reso moderna una nazione. Il compromesso storico, volto a creare quell’alternanza di governo presente in tutte le nazioni democratiche del Dopoguerra.

I fantasmi del passato

Alla luce di tali argomentazioni, siamo sicuri che sia stato realmente un bene? Siamo sicuri che sia stato uno “scampato pericolo” come diceva Andreotti? Tenendo conto della realtà storica, politica e morale della nostra nazione, è difficile dare una risposta concreta.

Con il crollo delle ideologie a seguito della caduta del muro di Berlino, probabilmente una risposta precisa ed esaustiva non si potrà più dare. Forse occorreranno altri decenni per consegnare alla storia il passato prossimo della nazione.

Conclusioni

Il Prof. Aldo Moro aveva già previsto tutto nel 1978, in quei giorni di prigionia. Aveva previsto Tangentopoli, la fine dei partiti, il crollo del muro di Berlino e della politica dei blocchi contrapposti. Aveva ipotizzato l’ascesa di Berlusconi e tutto quello che è avvenuto nei due decenni successivi. Una sola cosa non aveva previsto. Ad ucciderlo sarebbero stati i suoi stessi compagni di viaggio che dopo la liberazione hanno creato quella che oggi chiamiamo Repubblica. Ma della cosa pubblica probabilmente ai politici del dopoguerra non importava nulla.