La vittoria che viene dall’Est
E’ pur vero che la storia la scrivono sempre i vincitori. Non è difficile immaginare che essi abbelliscano quanto in realtà appare. E’ necessario, tuttavia, avere un giudizio storico proprio da parte di chi esce vincitore di una guerra per capire fino in fondo il significato tale evento.
Nella realtà attuale, purtroppo, lo spettro della seconda guerra mondiale è tornato all’ordine del giorno. Questa volta, però, ci troviamo al preludio della futura guerra del petrolio. Forse non si combatterà con le armi, forse il popolo non scenderà in campo, ma ci saranno sempre vincitori e vinti.
Breve riflessione dalla parte sovietica sul confronto con il nazismo
Molti storici sovietici, anche nel periodo della stagnazione, attribuivano la scarsa preparazione dell’Urss, per una guerra contro la Germania nazista, al fatto che i russi non ebbero tempo sufficiente per riorganizzare e riarmare l’Armata Rossa. Secondo tale orientamento questo spiegherebbe le sue sconfitte durante le prime tappe della guerra. Oggi, invece, gli storici sono del parere che se l’Urss avesse avuto sin dall’inizio capacità adeguate a respingere l’aggressore, la Germania sarebbe stata sconfitta sul nascere della guerra. Questo, probabilmente, avrebbe evitato le ulteriori conseguenze sopravvenute.
Il genio di esperti militari come M. Tukhachevsky e V. Triandafillov o di esperti scienziati come S. Korolev e V. Glushko, non venne capito sin dall’inizio. Essi, anzi, furono considerati dei sabotatori e dei “nemici del popolo”. E così, in luogo della produzione e dell’uso massiccio dei carri armati e dei corpi corazzati, si preferì rilanciare mezzi e metodi con cui si era vinta la guerra civile.
I piani per creare le divisioni dei paracadutisti furono smantellati, e P. Grokhovsky, uno dei loro principali ideatori, venne declassato a un compito amministrativo. I progettisti dei razzi, Korolev e Glushko, furono spediti nei campi di prigionia di Kolyma. Y. Alksnis e Y. Smushkevich, loro collaboratori e specialisti teorico-pratici nell’uso degli aeroplani da guerra, caddero sotto le repressioni staliniane. Molti generali dell’Armata Rossa e tantissimi ufficiali di valore furono uccisi o finirono nei gulag.
Riflessione sul passato con lo specchio attuale
Oggi ci si chiede quanti storici sovietici abbiano studiato a fondo gli inizi della “Grande Guerra Patriottica”. Quando la Germania attaccò l’Urss, il 22 giugno 1941, ci fu un notevole ritardo nell’allertare le truppe sovietiche nei distretti militari occidentali. Solo durante il primo giorno di guerra, l’aviazione sovietica perse circa 1200 aerei. Ciò avvenne perché l’intelligence del nemico aveva informazioni dettagliate sullo spiegamento delle forze sovietiche e sulle linee di rifornimento e comunicazione, dislocate per almeno 300 km. Questi e molti altri errori di valutazione dello staff di Stalin comportarono il tracollo quasi immediato del fronte occidentale. S’impedì addirittura alle truppe di terra di attraversare i confini con la Germania e alle forze aree di oltrepassare i limiti aldilà di 100-150 km.
Stalin decise di reagire soltanto quando il nemico era giunto nei territori sud-occidentali. Nel settembre del ‘41, invece di acconsentire al ritiro delle 600.000 truppe sud-occidentali, al fine di preparare la difesa lungo il fiume Psel, favorì il loro accerchiamento nella battaglia di Kiev. Nel maggio ‘42, invece di ascoltare il generale A. Vasilevsky che gli aveva suggerito di fermare l’offensiva su Kharkov, Stalin, con lui Timoshenko, la pretese ad ogni costo, determinando così l’accerchiamento delle truppe sovietiche nel saliente di Barvenkovsky.
Conseguenze disastrose per errori di valutazione politica
Milioni di soldati sovietici furono fatti prigionieri durante il primo periodo della guerra. Milioni di loro morirono nei lager nazisti. E milioni di soldati furono uccisi nei territori sovietici occupati. Ciononostante, nei confronti di chi riusciva a sopravvivere e a tornare in patria, lo stalinismo spesso riservò una particolare accoglienza: il sospetto di tradimento. Questa la caratteristica dello stalinismo che, nel dubbio, eliminava ogni oppositore politico pur di non essere destituito dal potere.
Conclusioni e conseguenze
A questo punto però c’è da chiedersi cosa sarebbe potuto succedere se nei fatti Hitler avesse tenuto fede al patto di non aggressione con Stalin e Germania e URSS avessero combattuto insieme nella Guerra. La storia non si fa con i ma e con i se, però rimane il fatto che le due dittature sono state atroci entrambe.
Ancora oggi, invece, c’è chi osanna un uomo come Stalin e la sua grande Russia e continua a condannare Hitler. Ma tra i due effettivamente chi era il più crudele?