Diritti fondamentali e ruolo primario
La funzione primaria della legge e’ quella di comprimere non di liberare. Essa deve restringere non allargare gli spazi di libertà. Deve raddrizzare l’albero storto e non lasciarlo crescere selvaggiamente. Questo diceva Norberto Bobbio. Eppure diritti e doveri sono termini strettamente connessi. La grande svolta inizia dapprima con la concezione cristiana della vita, che implica la fratellanza di tutti gli uomini in quanto figli di Dio. Successivamente il giusnaturalismo, che secolarizza l’etica cristiana e propone la concezione individualistica. Il punto di partenza comune e’ che l’uomo ha diritti naturali che precedono le istituzioni. Lo stato liberale e di diritto abbandona l’idea che sia suo compito provvedere alla felicità degli individui. Viene, quindi, allontanata l’idea che fu dello stato paternalistico, assoluto, eudemonologico.
In realtà possiamo affermare che la concezione individualistica della società e’ alla base del concetto di democrazia: la società democratica è una somma di individui per i quali vale il principio di maggioranza come regola fondamentale di decisione. La sovranità oggi non è più del popolo come affermava Rousseau ma dei cittadini
legati al proprio stato tramite la cittadinanza. La base filosofica della democrazia sta nell’individualismo.
La contestazione (il cui termine opposto, come chiarisce Bobbio, è l’accettazione, un atteggiamento attivo nei
confronti di una norma o dell’ordinamento) e la resistenza (il cui opposto è l’obbedienza, un atteggiamento passivo, che può anche essere meccanico, abituale, imitativo) sono entrambe modi di opposizione extralegale. Lo stato liberale ha portato alla costituzionalizzazione del diritto di resistenza, attraverso la separazione dei poteri e la subordinazione di ogni potere statale al diritto.